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venerdì 4 febbraio 2011

Campo invernale adolescenti - Testimonianze

Abbiamo pensato di proporre a Cei un Campo invernale di Nuovi Orizzonti per gli adolescenti che avevano partecipato a quello estivo, come ripresa di quanto avevano ricevuto, perché il ricordo non sbiadisse ma lasciasse luogo a nuove esperienze e a una consapevolezza più matura dell’Amore di Dio e del cammino in Lui.
Titolo del Campo (da una frase ripetuta nei loro racconti di luglio): Non voglio dimenticare; Parola guida: Io non ti dimenticherò mai (Is 49, 15).
Affrontando la preparazione del Campo invernale, c’era – come sempre – un misto di certezza e di insicurezza: la certezza che il Signore – come sempre – avrebbe fatto la Sua parte, ma anche qualche timore che si insinuava, stavolta in modo speciale, in noi. Il Campo di luglio è stato il più impressionante fra quelli realizzati finora ed era un’eredità impegnativa: si sarebbe ripetuta una grazia così forte? Il nuovo Campo sarebbe stato all’altezza delle attese di chi aveva vissuto un’esperienza di Pentecoste tanto grande? Come ha scritto uno degli animatori: “A differenza dell’altra volta, questa volta sono venuti per il Signore. Avevano voglia di giocare, sì, ma la cosa che mi chiedevano in molti era quando si faceva la Luce nella Notte, ed era scritto nei loro occhi che non aspettavano altro. Non vedevano l’ora che arrivasse il momento di arrivare in chiesetta, nella loro chiesetta, la chiesetta che si porteranno per sempre nei loro cuori per ritornare a quel 3 luglio con i ricordi, ma soprattutto per sentire l’amore, l’amore puro che solo il Signore riesce a dare. Ieri mattina mi chiedevo se sarebbe stato possibile superare l’intensità di gioia di quel giorno, e se non fosse avvenuta, come avrebbero reagito?”.
Era possibile chiedere ancora una volta a Dio di rendersi presente in modo tanto clamoroso? La Luce nella Notte del 3 luglio era stata tanto memorabile che sinceramente non credevo che stavolta potesse andare meglio. Ma Qualcun altro ci ha creduto e l’ha fatto. L’esperienza di Dio del gruppo è come scesa più in profondità, è divenuta più stabile e durante il Campo diversi hanno sperimentato che è possibile incontrare Dio anche nella quotidianità, non solo nei momenti speciali come la Luce nella Notte. L’esperienza intensa, spettacolare del 3 luglio si è come sviluppata e abbiamo ammirato stupiti la guida, il disegno di Dio che si dipingeva sotto i nostri occhi nei cuori dei ragazzi, la cui età media è di 15/16 anni. Meglio adesso che parlino addirittura loro, per cui eccovi qualche frase dei loro racconti; come sempre ho cambiato i nomi per garantire loro l’anonimato che gli ho promesso.
Non si può spiegare l’emozione che ho provato: felice, sconvolto, impaurito, sbigottito, sollevato, in Comunione con Lui e con gli altri. Grazie a questa esperienza ho rafforzato i legami con i miei amici, ho legato con altre persone e, in particolare, ho imparato ad Amare e a Ringraziare Dio in modo più intenso e profondo.
Ieri è stata la giornata più BELLA di tutta la mia vita, e per questo vorrei ringraziare tutti, Dio, i miei amici, quelli che ho imparato ad apprezzare e, ultimi ma non per importanza, gli accompagnatori e i ragazzi della casa.

Appena sono entrato, tutti i tormenti che avevo dentro di me si calmarono, sprofondando in una tranquillità enorme. (…) Lessi la risposta e rimasi senza parole perché rispondeva in modo assolutamente perfetto a quello che avevo chiesto. E i miei occhi iniziarono a lacrimare. Ma la cosa che mi lasciò capire in maniera assoluta l’amore che può arrivare a darci Dio, furono le parole che Maurizio mi disse mentre stavo lacrimando, perché quelle parole non risposero alla domanda che avevo scritto, almeno non direttamente, ma rispondevano alla mia immensa insicurezza che avevo da un sacco di tempo riguardo me. Non sapevo più chi ero e cosa dovevo fare della mia vita. Ero totalmente perso. Ma quelle parole mi donarono un amore, una fiducia che non saprei come spiegare. Ciò che provai dopo che sentii quelle parole, era qualcosa di talmente grande e immenso, che non poteva stare dentro di me, tanto che quando mi andai a sedere per lasciare posto agli altri davanti all’altare, cominciai a piangere talmente intensamente che tremavano anche i miei pensieri a quella fiducia e a quell’amore. Ricevetti un’altra ondata di questa sensazione, quando mi parlò Laura nello stesso modo e mi abbracciò. Dopo andai dai miei vecchi amici a condividere questo fantastico amore con degli abbracci ineguagliabili, incredibili. (…) In quei momenti lì vidi anche due ragazzi della comunità che avevano ricevuto come me questo fantastico amore, e in quel momento sentii una pace e una tranquillità immensa, mista  a un’enorme felicità.
(…) Qualche ragazzo della comunità era rimasto sulle panchine, ma sentii tutto l’amore che ci legava tutti insieme: la meraviglia nelle risposte che Gesù ci aveva dato, nel suo amore. Tutti avevano ricevuto qualcosa di infinitamente grande questa sera.
Cosa ho provato ieri sera? Non riesco a spiegarlo, troppo grande per me: ogni persona che mi stava accanto mi sembrava l’incarnazione di Dio. Facciamo un passo indietro però, e torniamo a quando sono arrivato a Cei. Avevo intenzione di ritrovarmi perché stavo passando un momento difficile della mia vita e volevo, anzi dovevo ritrovarmi, ma io avevo paura della Luce nella Notte, avevo paura di non ritrovare Dio, avevo paura di molte cose.
Il giorno della Luce nella Notte ero veramente stanchissimo, avevo dormito sì e no 4 ore in due giorni. Quando siamo entrati in casa di Dongi, le mie paure sono scomparse: perché devo avere paura di una cosa così meravigliosa? Non c’era motivo, allora ho cominciato a pregare con tutta l’anima, con tutte le forze, con tutta la mente e con tutto il cuore e le mie paure svanirono come per magia, mentre la voglia di incontrare Dio aumentava sempre più. Quando è stato il mio momento, sono salito per entrare in chiesetta e Fabio mi ha chiesto: “Sei pronto?” e io gli ho risposto: “Sì, sono pronto”. Fino al giorno prima sarei probabilmente scappato; quella sera, entrati in chiesetta, ho scritto la mia preghiera, la mia domanda: Chi sono io?
Poi siamo andati a pregare, ho ripensato alla mia vita, ai miei genitori, ai miei amici, loro mi danno così tanto, mi danno la loro vita, e io? Io cosa faccio per loro? Non abbastanza. Poi improvvisamente la luce gialla delle candele era diventata bianca, un bianco puro. Ho stretto la mano di Fabio che mi era rimasto accanto, da quel momento ogni persona che mi stava accanto sembrava Dio, vedevo Dio in tutti. Fabio mi diceva ciò che avrei voluto sentire, ciò che mi ha fatto capire, la luce diventava sempre più forte e sempre più bianca; una gioia e una felicità immensa mi avevano investito, stavo bene con me e amavo gli altri.

La risposta alla mia domanda io l’avevo già ricevuta ma mi alzai, presi il sasso, su cui c’era scritto: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Per l’ennesima volta piansi, appena vidi i miei amici scoppiai, ci abbracciammo, loro erano me e io ero loro. Abbracciai Gianluca, Massimo, Simone, loro mi amano per quello che sono. Poi ci sono i miei genitori: quando abbracciavo i miei amici era come abbracciare i miei, mia madre e mio padre; hanno dato tutto per me, la loro vita, e io non facevo mai nulla per loro. Mi sentii oppresso, schiacciato da questo peso: non facevo abbastanza per loro.
In quel momento io ed i miei amici ci abbracciammo insieme. Chiusi gli occhi. La luce era di un bianco incredibile.  (…) In quel momento piansi ancora, ma mi sentivo sollevato, stavo volando.
Poi è arrivato Francesco, ci siamo abbracciati. Il mio cuore toccava il suo, siamo stati abbracciati per tantissimo tempo. Ormai quella luce era di un bianco talmente bianco che forse non lo era più, un colore che non avevo mai visto, purissimo. Corsi ad abbracciare tutti sperando di dare a loro quello che Dio aveva dato a me.
Finita la serata mi accorsi che la stanchezza era svanita, avevo voglia di correre e gridare al mondo il mio amore.
(…) Beh, allora, uno che ha dato la vita per me, PER ME, che mi ama così tanto, vuoi che non abbia voglia di farsi sentire da me stasera?!
E lì mi sono sciolta. Eccole, le lacrime. Eccola, la sua presenza con me. Ma mi stupii, perché era tutto completamente diverso. Non lo sentivo intorno a me come una forza prorompente, non mi aveva travolto lasciandomi stordita con la sua potenza. Era pace, pace infinita. E poi una cosa nuova, mai successa. Ho sentito un nuovo legame: un filo indistruttibile legava il mio piccolo cuore al suo, immenso e senza fine.
Io che aspettavo un’esplosione, ho avuto silenzio. È stato però nel silenzio che ho ricevuto la cosa più grande: ora non devo più aspettare sporadiche luci nella notte per avere un contatto con Dio. Ora lo posso avere tutti i giorni, quando lo desidero.
Ho avuto il regalo più bello che potessi desiderare: quei due mondi che vedevo e vivevo come differenti e distanti, ora si sono sciolti. Il “mondo di Dio” ora vive nel “mondo là fuori” come lo chiamo io, il mondo dove normalmente Dio non c’è e dove tutti pensano a se stessi. Non devo più dividere me e il mio tempo in due, perché ora è un tutt’uno. Il viso splendente e gli occhi brillanti degli altri sono probabilmente lo specchio dei miei, li vedo tutti vicini come una cosa sola, e mi sento piena.
Sai qual è la cosa più rassicurante a cui potresti pensare? È che Dio è lì in ogni momento della tua vita. In ogni giorno triste, ogni giorno felice, in ogni tua decisione, in qualsiasi cosa, Egli è accanto a te.

La sera è stata la parte più bella, emozionante, forte e stupenda della giornata. Devo dire che questa volta è stata un’esperienza molto differente da quella del 3 luglio; infatti se l’altra volta l’incontro con Dio è stato un incontro immediato, diretto, come un uragano nell’anima che mi ha sconvolta di amore, questa volta è stato come un cammino, un viaggio che aveva come meta proprio l’incontro con Dio, credo che sia stato un incontro più consapevole dell’altra volta.
Un cubetto di ghiaccio, solo un cubetto di ghiaccio!! Perché? Eppure mi stavo sforzando!! Gli dicevo: “Dai, entra in me! Che cosa vuoi di altro? Perché non entri? Per favore, cosa Ti costa?”. Ma niente. Ero fredda. Gelata.
Lo sapevo che sarebbe successo così! Come l’ultima volta (3 luglio)! Sarei stata tutta la sera seduta sulla panca a pensare ai fatti miei. Ci avrei scommesso oro! Ero certa che per me, Dio, quel giorno non c’era!!!
Se ci ripenso ora, mi sento così stupida! Io stavo lì a guardare, pretendendo che Lui facesse tutto! Bastava che aprissi il cuore!
Lui era alla mia porta con tantissimi doni in mano! Io lo stavo aspettando, ma la mia porta era chiusa a chiave!
Lo ho capito solo dopo. E allora gli ho detto: “Ho bisogno di te, ti voglio. Senza di te sono persa!”. E poi? Il cubetto di ghiaccio si è sciolto!!!!!!!! Ero finalmente calda!!!
Calda perché ero piena, non avevo bisogno di niente: stavo bene così.
Ero felice, stavo bene… serenità. Non potevo far altro che lasciarmi far entrare quella gioia, quell’amore. Come dice il mio sasso, io ero la pecorella e Lui il pastore.
Luce, un’onda che ti sbatte addosso e dopo tu sei completamente sommerso: si sta bene dentro.
Ho provato una sensazione mozzafiato in un’intimità profondissima dentro il mio cuore che non si potrà mai descrivere a parole. Questa gioia, questa unione e questa comunione le abbiamo potute verificare con la Luce nella Notte; si percepiva infatti che tutti erano in stretto contatto con la propria anima e con Gesù. Questa volta mi è quasi mancato il respiro perché sentivo forte la presenza dentro di me di qualcuno che conosco da sempre e che c’è sempre stato.

Mi alzai e lessi la risposta che sarebbe servita per la mia domanda e allora mi accorsi che quello che stavo provando non era pura invenzione ma semplicemente l’amore di Dio. E subito involontariamente mi scesero delle lacrime bollenti sul mio viso, quasi mi volessero dare un’altra conferma sempre sicurissima di me stessa; ringraziai nel modo migliore che avevo ripensando all’attimo precedente e alla bellezza infinita di quella pace interiore .

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TUTTO PASSA......... SOLO L'AMORE RESTA solo l’AMORE può scardinare i muri dell’indifferenza che imprigionano l’anima in una solitudine mortale. Solo l’AMORE può distruggere l’angoscia di cuori impietriti dall’odio e dalla violenza. Solo l’AMORE può ridare speranza a chi, colpito dalle terribili sferzate della vita, giace prostrato nella disperazione. Solo l’AMORE può far germogliare la GIOIA di vivere nei deserti dell’umanità........... Chiara Amirante