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domenica 28 agosto 2011
Tra salmi e salmoni
Articolo di Raffaele Nappi
In questi giorni d’agosto di vacanza forzata a Milano, mi sono dilettato a pubblicare su web i contenuti multimediali di mia moglie (nota a margine: credo faccia parte del contratto matrimoniale ), cantante di musica cristiana a tempo perso; mi ha colpito in modo particolare, oltre per la stupenda interpretazione (vedi nota precedente ), parte del testo ispirato interamente al Salmo 8:
O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. [...] Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; [...] gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto quel che percorre i sentieri dei mari.
E’ un canto di lode al Creatore paragonabile, secondo me, al Magnificat di Maria, che esalta la magnificenza del Creato incasellando con assoluta precisione l’uomo tra Cielo e Terra, per contemplare nel Cielo lo specchio della Terra che, a sua volta, va amata e benedetta nel rispetto di tutta la bellezza che il Creatore vi ha effuso.
Una potenza affermata senza la presunzione di scalare il Cielo tipica di questo mondo, dove la grandezza si misura in termini di successo, popolarità e denaro, ma addirittura con la piccolezza di un bambino che non tradisce la dignità, la qualità, il valore di tutte le creature di Dio.
Un comportamento decisamente controcorrente, come lo è vivere il Vangelo seguendo Gesù Cristo, concetto richiamato dal Papa nell’ultima GMG a Madrid.
Dovremmo prendere esempio, a proposito di pesci, dai salmoni che risalgono i fiumi con fatica per deporre le uova, quindi per generare vita; mi sembra che, al giorno d’oggi, ci si lasci un po’ troppo trascinare dalla corrente di questo mondo come tanti pesci galleggianti morti nell’anima. Secondo me, la grande menzogna sulla quale si basano molti comportamenti è il farci credere che non ci sono certezze: vivere senza basi solide conduce verso un’inevitabile scetticismo e sfiducia nel futuro, un conformismo di massa figlio della paura del cambiamento. Sbagliato! Il mondo si può cambiare partendo dal nostro piccolo, nel quotidiano, costruendo un edificio meraviglioso sulle fondamenta di Cristo, unica vera certezza.
Gesù è un elemento di rottura, lo è stato ai suoi tempi, lo è soprattutto ora, e lo è in maniera eclatante nel paradosso della Croce, stravolgendo il significato della sofferenza, sdoganando la fragilità e la debolezza umane rivelandoci che, con la docilità alla volontà del Padre, il dolore diviene una strada che conduce alla Risurrezione, alla vita.
Un percorso che genera vita come quello che, in conclusione, voglio segnalarvi a questo indirizzo: http://bit.ly/giuliaribera
La storia di due genitori che han deciso di proseguire la gravidanza a dispetto del parere dei medici: «Sua figlia avrà un gravissimo handicap, nella migliore delle ipotesi vivrà come un vegetale, nella peggiore morirà. Le consigliamo l’aborto terapeutico». Per Giulia sono compromesse quasi tutte le attività motorie e la parola. L’unico organo a salvarsi è il cervelletto, che le dà la speranza di vedere e una parte dell’equilibrio. Riccardo, il marito, e Mariangela, già genitori di due gemelli, non scelgono, perché tra l’essere e il nulla non si può scegliere.
Semplicemente han proseguito per la loro strada, contromano, controcorrente!
O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza!!!!
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