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mercoledì 31 agosto 2011

Il mio piccolo angelo


Articolo di Sabrina Chiriatti
Leggendo il post di Raffaele è maturato nel mio cuore il bisogno di raccontarvi un pezzo della mia vita! Lo faccio con un po’ di fatica perché, ogni volta, raccontarlo è una sofferenza.
Nel lontano ’99 ero in attesa di un bimbo ed essendo sia io che il padre portatori sani di Talassemia, ci consigliarono di fare un esame prenatale perché esisteva la possibilità (il 25%) che il nostro bimbo potesse essere malato. Non esitammo un istante nel fare questo esame, con tutti i rischi che questo comportava.
Ricordo quel momento in cui ci comunicarono l’esito: avvenne per telefono e risposi io alla telefonata. La voce gelida del medico mi disse: “mi dispiace signora ma l’esito dell’esame è risultato positivo; il vostro bimbo è affetto da Talassemia Major ed è la peggiore!!”
Non so cosa pensai in quel momento, forse l’ho rimosso… ‘Sentivo’ già nel cuore che quel bimbo era malato ma speravo vivamente di sbagliarmi.
Dopo quella chiamata scoppiai a piangere e mi sentii senza forza, svuotata! Nella mia mente vuoto assoluto: non volevo pensare, perché avevamo già pensato tanto e dolorosamente nei giorni precedenti su cosa fare se l’esito fosse stato positivo.
La decisione era già stata discussa, ponderata, e presa! Se il bimbo fosse stato malato avremmo interrotto la gravidanza! Nessun medico ci incoraggiò a tenerlo: ricordo che un medico ci disse che sarebbe stata una sofferenza enorme per tutti e che il bimbo sarebbe stato un ‘peso per la società’. Avevamo tanta paura, eravamo terrorizzati tanto da avere la sensazione che ci mancasse il fiato!
Una vocina mi diceva che non era la cosa giusta e provai nei giorni successivi a riparlarne con il padre, ricordo ancora quel momento: con un filo di voce gli chiesi: “non vogliamo cambiare idea? Siamo sicuri che stiamo facendo la scelta giusta? Ci sono i nostri genitori che ci daranno una mano…”. Alzò lo sguardo pieno di lacrime, mi guardò dritto negli occhi e con timore ma con convinzione mi disse: “mi dispiace, ma non ce la faccio”.Avevo sperato (forse avevo anche pregato Dio che ci desse la forza di scegliere per la vita) ma la risposta del mio compagno non lasciò alternativa e abortii.
Preferisco non raccontare nel dettaglio quel giorno in ospedale. Un turbinio di emozioni mi pervase l’anima: rabbia, sconforto, tristezza, tradimento, vigliaccheria, giudizio, condanna.
Quel giorno insieme al mio bimbo morì una parte di me!! PIU’ NULLA FU COME PRIMA!
Nei giorni a seguire faticavo a dormire e a fare sonni tranquilli. Mi sentivo, nei confronti di Dio e di mio figlio, un’assassina! Era un peso troppo grosso da portare e mi stava schiacciando! Con il padre, non affrontammo più l’argomento. Io vivevo il mio dolore, nella mia sconfinata solitudine e lui, credo, lo stesso.
Non avevo ancora fatto l’incontro vero con Dio! Non frequentavamo la Chiesa malgrado sia io che il padre fossimo cresciuti in famiglie cattoliche.
Un giorno un prete suonò il campanello di casa per la benedizione e ricordo molto bene che il suo sguardo mi mise una pace che non provavo da quel fatidico giorno. Dopo quell’incontro andai un pomeriggio in chiesa e lo cercai perché non riuscivo più a portare quel peso da sola e mi confessai! Non poté darmi l’assoluzione in quanto io e il padre del bimbo convivevamo e quindi eravamo in condizione di peccato, ma stavo un po’ meglio e non diedi peso alla cosa anche perché non ero ancora cosciente dell’importanza…mi bastava in quel momento sentirmi un po’ meglio.
Avevo cercato di non pensare più a mio figlio sperando che un giorno questo senso di rimorso, di vigliaccheria come per incanto svanisse. Era una ferita sempre aperta che non riusciva a rimarginarsi!
Con l’aiuto di questo prete facemmo un cammino che ci portò a conoscenza della presenza di Dio e del Suo amore, anche se io non riuscivo a sentire la Sua misericordia e lo’ vivevo’ ancora come Giudice e non Salvatore! Questo cammino ci portò a decidere di riprovare ad avere un altro bimbo e di tenerlo qualsiasi fosse stato il suo stato di salute. In questa circostanza sperimentai la potenza della preghiera! Pregarono tantissime persone per mio figlio, addirittura una congregazione intera di Suore dell’ospedale nel quale poi, partorii. Fu una gravidanza bellissima e avevo una pace nel cuore che non avevo mai avuto prima. Sentivo la mano di Dio posata sulla mia testa, ‘posata’ sulla nostra vita. Ricordo che nelle mie preghiere non chiesi mai al Signore di donarmi un figlio sano ma di darmi la forza di affrontare qualunque fosse la Sua volontà. Decidemmo di non fare il test prenatale e di aspettare 9 mesi più 2 di vita del bimbo per conoscere il suo stato di salute, decidemmo di abbandonarci completamente alla volontà di Dio. Era il 2004 e nel mese di maggio (lo stesso mese in cui anni prima avevo abortito, mese di Maria) nacque Francesco, e grazie a Dio era ed è un bimbo sano.
Nel 2008, dopo un altro evento importante e difficile della mia vita, incontrai Nuovi Orizzonti e per la prima volta andai, nel giugno 2009, a Medjugorje. Durante gli esercizi spirituali capii che quella ferita era ancora aperta e sanguinante malgrado la mia vita fosse andata avanti in una normalità apparente.
Salii il monte Krizevac e lì sopra, sotto quella grande croce bianca, trovai la forza di chiedere perdono al Signore per quel gesto! Scoppiai a piangere, non riuscivo più a fermarmi e sentii due braccia grandi che mi abbracciarono e che mi fecero sentire un calore forte. Mi sentii avvolta da un Amore e da una pace mai sperimentati prima e sentii, in modo chiaro, il perdono di Dio!!
Ho ancora un passo importante da fare e che, sono sicura, guarirà completamente questa ferita, (anche se la cicatrice rimarrà indelebile) che è quello di riuscire a PERDONARMI! Sarà doloroso ed è la cosa più difficile ma sento che se non lo faccio, sarà un ulteriore tradimento nei confronti di Dio, se è riuscito Lui a perdonarmi, Lui che avrebbe tutte le ragioni per non farlo, Lui che è il Creatore, Lui che mi ha donato quel bimbo. Come posso non farlo io?
Chiedo a tutti voi, cari fratelli e sorelle in Cristo, di aiutarmi e sostenermi con la preghiera.
La VITA è la cosa più preziosa che Dio potesse donarci e sono arrivata alla conclusione che io, anche se genitore, non ho il diritto di togliere la Vita a una creatura che Dio ha voluto, pensato prima dell’eternità! Anche il mio piccolo angelo era stato creato con un progetto divino e che io ho distrutto! Ringrazio Dio per il dono di quella piccola vita e chiedo al mio piccolo angelo di vegliare da lassù sulla nostra vita! Mio piccolo e caro Simone spero un giorno di poterti dare gli abbracci che non ti ho dato e di poter incontrare i tuoi piccoli occhi con lo sguardo della mamma che non sono stata capace di essere! Ti voglio infinitamente bene!

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TUTTO PASSA......... SOLO L'AMORE RESTA solo l’AMORE può scardinare i muri dell’indifferenza che imprigionano l’anima in una solitudine mortale. Solo l’AMORE può distruggere l’angoscia di cuori impietriti dall’odio e dalla violenza. Solo l’AMORE può ridare speranza a chi, colpito dalle terribili sferzate della vita, giace prostrato nella disperazione. Solo l’AMORE può far germogliare la GIOIA di vivere nei deserti dell’umanità........... Chiara Amirante